Torino, la merenda di Samantha diventa snack per i terrestri
Torino è anche la città del cibo per gli astronauti.
Dopo l’acqua di Torino, bevuta in missione dagli astronauti americani e cosmonauti russi, e dopo i tanti successi tecnologici di Alenia-Thales, il Polo aerospaziale subalpino si sposa con la vocazione gastronomica della cittá offrendo cibi bilanciati e gustosi per chi deve stare mesi a lavorare in orbita intorno alla Terra.
Se n’è parlato a Expo, al Padiglione Italia, con il talk show “Dallo spazio alla Terra; Cibi, tecnologie e soluzioni innovative” dove la Città e l’Unione industriale hanno mostrato alcune tra i migliori esempi di innovazione dove si ritrovano cibo e ingegneria, le due anime di Torino.
Tra queste l’esperienza di Argotec, la società che ha nutrito Samantha Cristoforetti nella sua lunga missione nello spazio.
Davide Avino managing director d Argotec, azienda torinese del settore aerospaziale ha spiegato come è nata l’idea di mettersi a fare cibo spaziale. “Siamo un’azienda ingegneristica – ha ricordato – Abbiamo fatto 4 anni di ricerca. L’idea era fare ricordare i sapori della Terra pur nelle esigenze della dieta nello spazio”.
La vera avventura parte con la fornotira dei pasti all’astronauta italiano Luca Parmitano.
“Gli abbiamp choesto: cosa vorresti mangiare quando sarai nella stazione spaziale? Da buon siciliano ci diceva la pasta, la caponata e altri cibi a cui era abituato. Con quell’esperienza, per noi, il primo problema era di preservare anche nello spazio i sapori del cibo preparato qui sulla Terra”.
Con i consigli di Samantha Cristoforetti arriva la svolta.
Il giovane chef Stefano Polato viene scelto per dirigere il laboratorio di ricerca e sviluppo.
Vengono ingaggiati tecnologi alimentari e nutrizionisti a questi si aggiungono presto gli ingegneri.
“La nostra è una storia di investimenti ingenti: tanti soldi messi tutti da noi di Argotec. Ma solo dal 2010 arrivano contratti seri con agenzia spaziale europea. Ci abbiamo creduto. Oggi abbiamo1000 mq di laboratori. Non abbiamo investitori e non siamo esposti finanziariamente. Tutti i soldi li li abbiamo investiti noi”.
Nello Space Food Lab arriva
Stefano Polato, 33 anni, che diventa lo chef spaziale di Samantha Cristoforetti.
“Lavorando con la Nasa e con l’agenzia europea ho capito subito che non è ammesso sbagliare. La sfida è stata ideare cibi che aiutassero i lavoratori dello spazio a stare bene.
Così Polato mette nella disensa del lavoratorio spaziale anche famosi sfizo italiani.
“Dopo una settimana il tiramisù era già finito perché piaceva molto agli americani. Ma se prima pensavamo che il primo problema fosse gusto, il salto di qualità è arrivato con Samantha Cristoforetti.
“Lei ci ha fatto capire che um cibo deve ricordare i sapori di casa ma deve essere anche bilanciato”.
Gli snack sono importanti a metà giornata per la merenda dell’astronauta. Le barrette sono di frutta secca. Oppure si distribuiscono buste di cibo disidratato.
Gli snack sono di semi preparati dallo chef Stefano Polato con cereali integrali e spirolina.
L’importante è che il prodotto sia nutriente e sano.
Neglu snack si devono regolare grado zuccherino e acidità e lo si fa anche attraverso la giusta maturazione della frutta e della verdura. Utilizzando questi parametri.
Non sono più necessari conservanti”.
La scelta degli ingredienti è importantissima. Per il riso termostabilizzato non può essere usato riso raffinato, perché si spappola e diventa colla. Uu prodotto ruvido con pericarpo non asportato mantiene il chicco al dente.
Ora la nuova frontiera è il mercato sulla Terra.
“Abbiamo già 5 prodotti più 2 che lanceremo a breve, e un’altra trentina sono già in via di perfezionamento”.
Alcuni di questi possono essere consumati a pranzo: insalata con chinoa e sgombro, zuppa con prodotti tutti presidi Slow Food, crema di zucca con tofu, purea di frutta.
“Il nostro target è fatto di persone che curano una sana alimentazione ad iniziare dagli sportivi. Ma anche persone che vogliono avere semre a disposizione cibi che si conservano 18-24 mes a temperatura ambiente e che si possono tenere in borsa o in un cassetto”.