Salvi gli ulivi del Salento, ma resta il rischio Xylella
Per ora gli ulivi del Salento sono salvi.
Il Tar del Lazio ha sospeso la dichiarazione dello stato di emergenza dichiarato per evitare la diffusione in Puglia del batterio Xylella.
Sospeso, così, anche tutto il Piano d’intervento per fronteggiare il rischio di diffusione dell’epidemia che prevedeva drastici tagli di ulivi secolari.
Il Tar ha accolto così le richieste di associazioni ambientaliste e agricole.
Nel frattempo, rientra l’allarme in Liguria, dove era stato isolato un ulivo sospettato di contaminazione.
I ricorsi sui quali ha deciso la I sezione del Tar del Lazio, presieduta da Giulia Ferrari, contestavano la delibera del Consiglio dei Ministri che dichiarava lo stato di emergenza, nonché il Piano d’interventi del 16 marzo scorso a firma del Commissario Silletti per fronteggiare il rischio fitosanitario di diffusione della Xilella fastidiosa nel territorio della Regione Puglia.
Il prossimo 16 dicembre ci sarà la discussione di merito. Il Tar ha considerato “che gli atti nazionali oggetto dell’odierno contenzioso sono stati assunti in attuazione della Decisione di esecuzione n. 2014/497/UE della Commissione Europea relativa alle misure per impedire l’introduzione e la diffusione nell’Unione europea del batterio Xylella fastidiosa” e che il 28 aprile scorso “la Commissione Europea ha adottato un nuovo testo di Decisione di esecuzione sulla medesima questione, che si avvia a completare nei prescritti tempi il proprio iter interno ai fini della formale adozione, e a sostituire la richiamata Decisione 2014/497/CE, rispetto alla quale prevede misure differenti sia sul punto degli accertamenti tecnici da compiersi sia in ordine alle misure da adottare”.
Ad essere sospese, quindi, sono le misure prese dal commissario che prevedono l’abbattimento degli ulivi malati. La decisione drastica era stata persa in attesa che venisse completato l’iter della commissione europea che prevede misure più rigide come l’eradicazione non solo gli ulivi malati, ma anche le piante che si trovano nel raggio di cento metri dalla pianta malata in alcune zone della Puglia.
Il Tar quindi rileva che “per gli atti nazionali impugnati, residua, sul piano dell’esecutività, un orizzonte temporale esiguo, dovendo essere a breve termine rimodulati in modo coerente con il nuovo testo della Decisione di esecuzione”, e quindi le censure svolte dai ricorrenti sono “meritevoli di particolare apprezzamento in punto di gravità e irreparabilità del pregiudizio” e quindi alla luce dell'”imminente mutamento delle disposizioni di riferimento” vadano accolti i ricorsi
La Coldiretti ha accolto con favore la decisione del Tar del Lazio. «A prescindere dalla sospensiva del TAR – si legge in un comunicato – in Puglia dovremo continuare a salvaguardare il territorio portando a termine le buone pratiche sia nelle aree private che pubbliche, perché sono attività che migliorano lo stato di salute di alberi e terreno. Del resto la Coldiretti ha presentato al Commissario Silletti le proposte per il controllo della ‘sputacchina’ come l’impiego di sostanze biologiche e biodinamiche, e di reti anti-insetto per salvare alberi e piante. Urgente a questo punto incontrare nuovamente il Commissario per ridisegnare il Piano con la coalizione #pattoperilterritorio, costituita da Coldiretti Puglia, Associazione Frantoiani Pugliesi, organizzazioni di produttori aderenti ad Unaprol, PugliaOlive, CoopOlio Salento, Olivicoltori di Puglia, Ajprol Taranto, Consorzio vivaisti viticoli pugliesi, Legambiente Puglia, Terranostra, CIBI Consorzio Italiano per il Biologico, AproBio Puglia, Consorzio Puglia Natura, Codacons, Confconsumatori e Adoc Puglia, che ha avviato il percorso per trasformare il Salento in un ‘Laboratorio a cielo aperto’».