Vinitaly: crolla il consumo di vino in Italia
Dopo il pane adesso il vino: tutte le certezze degli italiani a tavola sembrano sgretolarsi a poco a poco.
Secondo i dati forniti da Coldiretti, in occasione di Vinitaly, sembra infatti che nel 2014 il consumo del vino nel nostro paese sia crollato al minimo storico: circa 20 milioni di ettolitri, con un taglio del 19% dall’inizio della crisi nel 2008.
Se la media di consumo è al di sotto dei 37 litri a persona, solo il 21% degli italiani beve vino tutti i giorni e addirittura quasi la metà degli italiani non lo beve mai durante l’anno.
In Italia si beve meno, ma si beve meglio con il formato più venduto che è stato quello delle bottiglie da 0,75 litri a denominazione d’origine che può contare su una offerta Made in Italy di 74 etichette Docg, 341 Doc e 123 Igt. I vini più richiesti sono Chianti, Lambrusco, Vermentino, Barbera, Bonarda, Montepulciano d’Abruzzo, Nero d’Avola, Morellino e Dolcetto, ma crescono anche il Pecorino, l’Aglianico e il Pignoletto a conferma del successo dei vini autoctoni.
Anche l’export soffre: nonostante l’aumento dello 0,8% nelle bottiglie esportate per un quantitativo di 20,4 milioni di ettolitri e nonostante il vino resti la prima voce dell’export agroalimentare italiano, il nostro paese nel 2014 è stato sorpassato dalla Spagna, dopo essere stata infatti a lungo il primo fornitore mondiale. A trainare le esportazioni sono le bollicine che mettono a segno nel 2014 un aumento del 18,2% nel numero di bottiglie esportate. Ad apprezzare il vino italiano sono soprattutto gli Stati Uniti (6 milioni di ettolitri importati) e a seguire la Germania e la Gran Bretagna (3 milioni di ettolitri).
Più in generale sta cambiando la geografia del vino a livello globale: se si ha un consolidamento del consumo mondiale stimato nel 2014 attorno ai 243 milioni di ettolitri, l’andamento non è più trainato dai paesi tradizionalmente produttori e consumatori come Italia e Francia, bensì dalla nascita e dallo sviluppo di nuovi poli di consumo. La Cina in pochi anni è diventata il quinto Paese consumatore ed oggi circa il 39% del vino prodotto viene consumato in paesi non europei, rispetto al 31% del 2000.