Olivi contagiati, domenica delle Palme senza ramoscelli
Dopo l’annata disastrosa appena passata, per gli olivi e la produzione di olio italiano è già tempo di guerra. E la grande battaglia inizia con la domenica delle Palme. In Puglia, infatti, mancheranno i ramoscelli d’ulivo appena potati.
Negli oliveti scatta la controffensiva contro la Xjlella fastidiosa, che già dal nome dice quanto sia stata dannosa per una delle coltivazioni più diffuse nel nostro Paese. La “fastidiosa” è una “sputacchina”, un comune insetto dei nostri prati, ma che ha il problema di essere infestata da un batterio che attacca gli olivi facendo seccare le foglie.
Così, per evitare il contagio e per attirare l’attenzione dei media su questo problema, la Regione Puglia ha ordinato di distruggere i rami potati e le organizzazioni agricole lanciano l’appello per non distribuire rami d’ulivo all’uscita dalla messa. Il tradizionale segno di pace che affonda il suo simbolismo nel Vangelo potrebbe, infatti, contribuire a diffondere la malattia, se qualche larva di sputacchina fosse celata fra le foglie.
Difficile che questa ordinanza sia effettivamente rispettata una volta che i preti avranno pronunciato il fatidico invito: “La messa è finita andate in pace”. Ma il decreto pugliese e la provocazione dei sindacati agricoli dà l’idea della gravità dell’infestazione che nel novembre scorso ha fatto letteralmente scomparire le olive dai frantoi facendo registrare anche un vero e proprio mercato nero e clamorosi furti di carichi di olive pronte per essere frante.
«Sarà la prima settimana Santa – conferma la Coldiretti – in cui non saranno distribuiti i tradizionali ramoscelli di ulivo nella domenica delle Palme se si vuole evitare la diffusione di una epidemia che sta facendo strage di piante secolari che dal Salento in Puglia potrebbe estendersi in tutta Europa. La schiusa delle uova della sputacchina, insetto vettore colpevole della diffusione della malattia, inizierà proprio nei giorni che precedono la Pasqua e ciò renderà molto pericoloso scambiarsi i tradizionali rametti d’ulivo, simbolo della pace nel mondo. Nessun timore per gli uomini naturalmente e per l’olio che resta ottimo ma un grande rischio per il paesaggio, l’ambiente, l’economia e il lavoro economiche di una componente importante del Made in Italy tanto che la stessa Regione Puglia ha emanato le misure obbligatorie per la lotta al patogeno che prevedono, tra l’altro, nella zona infetta interventi di potatura per eliminare parti sintomatiche infette con distruzione del materiale di potatura (bruciatura o uso biomassa previo disseccamento nella zona infetta o interramento).
Gli interventi naturali di buone pratiche agricole proposti dal Commissario all’emergenza prevedono la potatura, trinciatura, sarchiatura e aratura dei terreni. Gli insetti ancora giovani di sputacchina risultano stanziali, sono soliti vivere sulle erbacce presenti ai piedi degli olivi. Buone pratiche colturali adeguate, interventi periodici, tesi all’arieggiamento delle piante e miglioramento dello stato vegetativo, possono ridurre in maniera imponente tali vettori, senza alcun impatto ambientale.
Intanto, con l’hashtag #savemonumentalolives su twitter è stata lanciata una petizione popolare per coinvolgere la società civile nell’azione di tutela ambientale e del paesaggio contestualmente all’avvio della prima raccolta di fondi utile a finanziare la ricerca per debellare la malattia con il metodo del crowdfunding ambientale e dare così la possibilità ai milioni di italiani e stranieri che amano il Salento di contribuire concretamente. L’iniziativa è della Coldiretti. La ricerca – sottolinea la Coldiretti – ha un ruolo determinante perché fino al 2013 in Europa non c’era traccia di xylella pare fosse conosciuto (da 130 anni) solo nelle Americhe e a Taiwan. Colpisce anche alberi da frutto e piante ornamentali, diffusissime in Salento, ma per fortuna la vite ad oggi risulta immune. Il ‘complesso del disseccamento rapido dell’ulivo’, in base a quanto emerso anche in occasione dell’«International Symposium on the European outbreak of Xylella fastidiosa in olive” che ha riunito ad ottobre 2014 ben 200 ricercatori provenienti da venti nazioni diverse, rischia di allargarsi pericolosamente oltre quest’area di primo insediamento e diffusione.