Abitudini alimentari e crisi: crolla il consumo del pane in Italia
Gli italiani e il pane, una storia d’amore a tavola che, negli ultimi tempi, sembra essere entrata in crisi.
Se nel 1861, anno dell’Unità d’Italia, il consumo di pane era pari a 1,1 kg al giorno a persona, infatti, oggi si è raggiunto il minimo storico con una quantità di circa 90 grammi al giorno a persona. Un trend negativo piuttosto preoccupante, le cui ragioni vanno ricercate nel cambiamento delle abitudini alimentari, nella maggior sensibilità verso gli sprechi, nella crescita di prodotti “sostitutivi” oltre che, naturalmente, nella crisi economica.
Oggi più di quattro italiani su dieci (42%) mangiano il pane avanzato dal giorno prima e soltanto un 2% butta via il pane superfluo. Ma come viene riutilizzato il pane avanzato? il 44 per cento degli italiani lo surgela, il 43 per cento lo grattugia, il 22 per cento lo dà da mangiare agli animali, il 24 per cento lo utilizza per la preparazione di particolari ricette che vengono spesso dalla tradizione contadina, mentre soltanto nel 5 per cento delle famiglie il pane non avanza mai.
Ad essere preferito è il pane artigianale che rappresenta l’88 per cento del mercato ma con un consumo in costante calo, anche perché sempre più insidiato da una crescente domanda di prodotti sostitutivi quali cracker, grissini e pani speciali come, per esempio, quelli in cassetta.
Resistono anche i pani tipici locali in un Paese come l’Italia che può’ contare su oltre 300 varietà: dalla “Ciopa” del Veneto al “Pane cafone” della Campania, dal “Perruozzo” del Molise al “pan rustegh” della Lombardia, dalla “Micooula” della Val D’Aosta alla “Coppia ferrarese” dell’Emilia Romagna fino alla “Lingua di Suocera” piemontese.
Un’atra variabile al consumo è il prezzo del pane, che varia notevolmente lungo lo Stivale con valori che raddoppiano tra Napoli, dove costa 1,90 euro al chilo e Bologna dove si spende 3,95 euro al chilo; in questa forbice si inseriscono i 3,51 euro al chilo a Milano, i 2,66 a Torino, i 2,71 euro al chilo a Palermo, i 2,48 a Roma e i 2,83 a Bari.