Expo premia Torino per gli orti sui tetti
OrtiAlti, il progetto torinese d’impresa femminile per realizzare orti di comunità sui tetti degli edifici, si è aggiudicato il primo premio del concorso WE-Women for Expo, lanciato lo scorso luglio con l’obiettivo di valorizzare il talento e la capacità progettuale dell’universo femminile nell’ambito di Expo Milano 2015.
Il concorso ha visto la partecipazione di circa 100 progetti di start up volte a promuovere il meglio del nostro Paese, attraverso la capacità imprenditoriale delle donne. Tra tutti i progetti in gara OrtiAlti si è aggiudicato il primo premio del valore di 40mila euro messo a disposizione da Fondazione Milano per Expo.
Nato dall’iniziativa Oursecretgarden, realizzata nel 2010 dallo Studio999 di Torino sul tetto dei propri uffici, in accordo con gli abitanti dello stabile, OrtiAlti è oggi una start up che progetta, realizza, gestisce e promuove orti di comunità sui tetti degli edifici, generando immediati benefici ambientali e di coesione sociale.
Gli OrtiAlti infatti sono dispositivi di riqualificazione urbana, capaci di intrecciare i benefici ambientali che i tetti verdi generano nelle città grazie alla stratigrafia tecnologica con cui sono realizzati (riduzione dell’isola di calore, biodiversità, efficientamento dell’edificio, riduzione delle emissioni di C02 e controllo dei consumi, gestione delle acque piovane), con la dimensione produttiva e di socialità degli orti (autoproduzione di vegetali freschi, riciclo dei rifiuti in compost, creazione di spazi di comunità).
Gli architetti Elena Carmagnani e Emanuela Saporito, ideatrici e responsabili di OrtiAlti, hanno portato il progetto a crescere e assestarsi grazie a un inteso lavoro di ricerca e di costruzione di network e grazie al supporto di importanti enti tra cui la Fondazione Torino Smart City, il Politecnico di Torino e l’Osservatorio dell’Economia Civile della Camera di Commercio di Torino.
Un orto sul tetto è una soluzione architettonica che aumenta la capacità di coibentazione del tetto e crea uno spazio gradevole per la comunità degli inquilini dello stabile.
Il fatto che il verde sia costituito da piante che si possono mangiare aggiunge al risparmio energetico anche la possibilità di raccolta e distribuzione degli ortaggi tra gli alloggi del condominio oppure la scusa per organizzare un consumo conviviale.
«Noi la vediamo soprattutto dal punto di vista degli architetti – spiega Elena Carmagnani – Se pensiamo che, in media, in una grande città il 20 per cento delle superfici dei tetti è costituito da tetti piani, si capisce come siano enormi gli spazi di intervento di riqualificazione per realizzare tetti verdi».
Si parla soprattutto di tetti di ex fabbriche, tetti della grande distribuzione, tetti di edifici con attività artigianali. Ma anche di tetti piani di condomini.
«I tetti verdi riescono meglio a contenere l’infiltrazione delle acque e il carico delle solette. La coibentazione in materiali speciali, il terriccio e le fronde delle piante riducono anche del 75 per cento le spese di raffrescamento estivo. Un tetto verde costa circa 100 euro al metro quadro. La copertura formata dallo strato di pvc saldato, gli speciali pannelli con fori e il feltro che si impregna di acqua meteorica, più il terriccio e le piante non deve pesare più di 350 Kg metro quadrato. Ovviamente si verifica prima la robustezza della soletta, ma direi che qualsiasi tetto piano va bene, soprattutto se il volume sottostante è utilizzato. Per esempio è una soluzione molto indicata per i tetti dei centri commerciali, che uniscono il beneficio per la coibentazione alla possibilità di offrire uno spazio ricreativo ai propri clienti».
La copertura delle verdure dell’orto contribuisce anche ad accelerare il raffrescamento serale estivo dell’aria sopra lo stabile. «La temperatura sulla soletta è più bassa di 20 gradi rispetto a un altro tetto e, se il tetto verde è un cortile come il nostro, la temperatura nel cortile si abbassa di un paio di gradi. Mentre il risparmio sul consumo energetico derivato va dal 10 al 30 per cento».
Quanto occorre investire per realizzare l’orto sul tetto con la soluzione tecnologica OrtiAlti?
«Con 170 euro al metro quadro offriamo il servizio completo che comprende la progettazione, la posa in opera, la creazione dell’orto con la consulenza agronomica».
Ma quali ortaggi sono consigliati per una buona resa su un orto da tetto?
«Nel nostro orto di 40 metri quadri coltiviamo soprattutto insalate e altre verdure a foglia. Abbiamo anche pomodorini e melanzane, ma non verdure da tubero o radice come patate e carote, per non rimestare troppo il substrato. Tutte verdure che utilizziamo noi, visto che questo è un orto privato. Certo, il problema è che sul tetto di un condominio la gestione dell’orto va normata con un regolamento condominiale. Ma anche su questo possiamo offrire la nostra consulenza».
Grazie inoltre alle partnership con Harpo Verde Pensile, azienda di Trieste leader nella produzione delle tecnologie del verde pensile, e con Agridea, cooperativa di lavoro di Torino che si occupa di manutenzione del verde, OrtiAlti si presenta oggi sul mercato con un servizio completo, innovativo e versatile, in grado di coprire tutte le fasi di progettazione, realizzazione e gestione degli orti pensili.
Dopo numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali ottenuti dal 2013 a oggi (selezione al Social Innovation Tournament della European Investment Bank, primo premio del contest “A new Social Wave II” di Iris Network e Fondazione Accenture, selezione nel programma Startup Initiative di Intesa Sanpaolo) OrtiAlti raggiunge oggi, con il premio We-Women for Expo, un importantissimo traguardo.
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