Boom del pane fatto in casa
La crisi ha favorito la diffusione di pani industriali ottenuti dalla cottura di impasti surgelati spesso importati dall’estero senza le necessarie garanzie qualitative. Una tendenza in forte diffusione nelle catene della distribuzione commerciale che ha creato non pochi problemi ai panificatori tradizionali, costringendo migliaia di laboratori storici in tutt’Italia a chiudere i battenti. D’altra parte la necessità di conciliare le caratteristiche qualitative con il contenimento della spesa ha spinto un numero crescente di famiglie alla preparazione casalinga del pane. Preparare il pane in casa è semplice, bastano solo dei piccoli, ma preziosi accorgimenti, l’esatta dose degli ingredienti, un po’ di manualità e una giusta temperatura del forno. I vantaggi del pane fai da te sono molti: costa meno, dura di più e si fa più’ fatica a sprecarlo. Per preparare un ottimo pane fatto in casa – sottolinea la Coldiretti – occorrono 500 grammi di farina 00, meglio se miscelata con quella di grano duro per avere una consistenza ed un sapore più rustico, 15 grammi di lievito di birra, da sciogliere in 200 grammi di acqua tiepida, e due cucchiaini di sale. Una volta mescolato il sale alla farina basta aggiungere un po’ di acqua e cominciare a lavorare l’impasto al quale bisogna può aggiungere il lievito precedentemente sciolto nell’acqua. Dopo aver lavorato con un po’ di pazienza il composto, meglio se con le mani calde per non freddare l’impasto, bisogna farlo riposare, sotto un canovaccio, in un luogo caldo e asciutto per almeno 2/3 ore. Dopo una cottura di 50 minuti ad una temperatura costante di 200 gradi il pane casalingo sarà pronto da mangiare con gusto e soddisfazione. Resistono però i pani tipici locali e in Italia si possono contare centinaia di varietà. Un atteggiamento che premia le oltre 300 varietà di pane presenti in tutt’Italia, dalla “Ciopa” del Veneto al “Pane cafone” della Campania, dal “Perruozzo” del Molise al “pan rustegh” della Lombardia, dalla “Micooula” della Val D’Aosta alla “Coppia ferrarese” dell’Emilia Romagna fino alla “Lingua di Suocera” piemontese. Non va dimenticato peraltro che l’Italia – conclude la Coldiretti puo’ contare su 5 tipi di pane riconosciuti addirittura dall’Unione Europea: Coppia ferrarese (I.G.P.), Pagnotta del Dittaino (D.O.P.), Pane casareccio di Genzano (I.G.P.), Pane di Altamura (D.O.P.) e il Pane di Matera (I.G.P.).