La Valgrana di Scarfanigi investe sul Formaggio Piemonte
Solo latte, sale, caglio e senza lisozima.
E’ questa la semplice e genuina ricetta del Formaggio Piemonte, formaggio a pasta dura a lunga stagionatura, prodotto di punta della Valgrana di Scarnafigi. Una ricetta vincente, dal momento che l’azienda cuneese ha deciso di avviare investimenti per cinque milioni di euro che porteranno ad una capacità produttiva che va, dalle attuali 720 forme al giorno, ad oltre 1.100.
Che la Valgrana creda molto in questo prodotto era già chiaro da parecchi anni. Fin dal 1991, quando il neonato Caseificio Valgrana ha trasformato la semplice attività commerciale in attività produttiva e ha deciso di uscire dal Consorzio del Parmigiano Reggiano e dal Consorzio tutela Grana Padano, per puntare fortemente sull’affermazione del marchio Formaggio Piemonte. Uno sviluppo verticale se si pensa che, il primo anno, il Caseificio produceva soltanto 20 forme al giorno.
“Ora – ha commentato l’amministratore Delegato di Valgrana Alberto Biraghi – abbiamo deciso di fare un ulteriore passo avanti: forti di una produzione controllata e standardizzata, vogliamo assicurare al consumatore un prodotto sempre più d’eccellenza. In questo momento in cui entra in vigore la nuova legge sulle etichettature, il poter disporre di un prodotto senza lisozima, che ci consente di dichiarare come unico allergene il latte, fa sì che il consumatore, sempre più attento alla salubrità di cosa mangia, possa premiare le nostre produzioni. L’alta attenzione alle caratteristiche del latte ci permette di avere un prodotto di sicura qualità: i nostri cento fornitori delle province di Cuneo e Torino, infatti, allevano con un’attenzione maniacale per ogni dettaglio, assicurando una materia prima eccezionale”.
Con 50 dipendenti e un fatturato 2014 che si aggira intorno ai 40 milioni di euro, oggi Valgrana produce circa 280 mila pezzi all’anno, il 90% dei quali è destinato al mercato domestico mentre il restante 10% è per l’estero, Germania, Canada e USA in particolar modo. Una produzione destinata ad aumentare per arrivare, nel giro di tre anni, a circa 330 mila forme all’anno.
“Gli investimenti sono già iniziati – ha proseguito Biraghi -. Abbiamo incominciato ad allestire delle nuove linee con nuovi macchinari. In un momento di crisi generalizzata, abbiamo deciso di investire, con l’idea, perché no, di assumere anche nuova manodopera interna. Un grande traguardo per un’azienda come la nostra che punta ad essere tra le aziende di riferimento nella produzione di formaggi a pasta dura di lunga stagionatura”.