Sempre giù i consumi alimentari
I consumi alimentari delle famiglie italiane mantengono un trend negativo anche nella prima metà di quest’anno. E’ quanto emerge dai dati Panel Famiglie ISMEA-GfK/Eurisko che indicano, rispetto al primo semestre 2013, una flessione degli acquisti domestici dell’1,4% in quantità e dell’1,1% in valore.
Rispetto a quanto osservato nel 2013 si accentua la flessione nel reparto dei lattiero-caseari (-4,6% i volumi d’acquisto), con riduzioni soprattutto per latte e formaggi freschi, e in quello dell’ortofrutta (-1,2%), nonostante la generale riduzione dei prezzi.
Al contrario, dopo lo scivolone dell’anno scorso, si stabilizzano i consumi di carni, grazie all’aumento del pollame e al lieve recupero dei tagli di bovino.
Cambia la direzione per le uova e i prodotti ittici: le prime segnano una pesante battuta d’arresto (-3,4%), dopo la crescita sostenuta del 2013, mentre gli acquisti di pesci, crostacei e molluschi (freschi, surgelati e lavorati) crescono, sempre con riferimento ai volumi, dell’1,4%.
Inverte la marcia anche l’olio extra vergine di oliva che, dopo un biennio negativo, risale la china con un più 3,3% e una spesa lievitata del 4,8%.
Tra i derivati dei cereali, non emergono variazioni su base annua per gli acquisti domestici di pasta, mentre avanzano del 4% i biscotti e i prodotti per la prima colazione, in un semestre positivo inoltre per i dolciumi (+1,9%), segmento che comprende le merendine e la pasticceria industriale. Nel beverage, infine, segnano il passo sia i vini (-2,9%), sia le altre bevande alcoliche e analcoliche (-2%).
In generale, conclude l’Ismea, rispetto alla dinamica del 2013 si rileva un rallentamento della flessione della spesa alimentare: il meno 1,1% del semestre in esame si confronta infatti con un calo del 3,1% dell’anno scorso, seguito a un biennio già fortemente negativo.