I siluri del Po sono contaminati
È uno dei pesci più amati dalla cucina rumena, e i guardiapesca di tutte le province che si affacciano sul Po continuamente scoprono camioncini refrigerati chiamati da bracconieri per ritirarlo appena pescato con storditore elettrico e reti per portarlo ai mercati ittici rumeni. E qualche tempo fa, in Piemonte, si era anche pensato di sfruttare questa richiesta del mercato alimentare rumeno per incrementarne la pesca professionale e tentare così di ridurne drasticamente il numero.
Ora (ma c’era da aspettarselo) si scopre che il siluro (Silurus glanis), il grande predatore proveniente dal Danubio che infesta il Po, è pieno di inquinanti.
Le sue carni, in particolare se pescato nel Po da Casale al delta e in alcuni affluenti come il Tanaro, sono contaminate, in particolare, da Ipa (Pah, in inglese) i famigerati idrocarburi policiclidi aromatici.
Lo ha scoperto l’Istituto zooprofilattico del Piemonte con una ricerca sui siluri del Po e del Tanaro, nei tratti piemontesi, mentre, a valle del Piemonte, altri studi hanno confermato la contaminazione dei siluri.
I pesci d’acqua dolce si confermano dunque come formidabili bioindicatori, visto che vivono in un ambiente (i fiumi e i laghi) dove si raccoglie ogni inquinante proveniente da scarichi o terreni trattati. In più, i predatori più voraci, come il siluro, accumulano anche gli inquinanti già contenuti negli organismi delle loro prede.
Science for Environment Policy, il servizio di informazione della Direzione Generale settore Ambiente della Commissione Europea, ha così pubblicato i recenti risultati di uno studio condotto dalla struttura Controllo chimico e ambientale dell’Istituto zooprofilattico.
I livelli di idrocarburi policiclici aromatici (PAH) rinvenuti nei tessuti del pesce siluro nel fiume Po eccedono i limiti stabiliti dalla Commission Regulation (EC).
I PAH sono tra i più comuni inquinanti organici e alcuni di essi possono essere tossici e potenzialmente cancerogeni per l’uomo.
Il traffico stradale e l’inadeguato trattamento delle acque reflue sono tra le maggiori cause dell’accumulo di PAH nell’ambiente. L’uomo può essere esposto a tali inquinanti consumando pesce contaminato.
L’Ue raccomanda pertanto un continuo monitoraggio della presenza di residui di PAH nei pesci al fine di prevenire il consumo di alimenti contaminati.
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