Torino, genitori contro il Comune: «Più trasparenza nelle mense»
Il Coordinamento genitori di Torino, il battagliero gruppo di mamme e papà, che spesso è una spina nel fianco dell’assessora comunale Mariagrazia Pellerino, chiede più trasparenza su quanto si muove intorno al sistema mense scolastiche della Città.
Il Coogen, riconosce che, finora, non si sono ripetuti i problemi dell’anno scorso, quando partì il nuovo indirizzo voluto dal Comune che prevedeva la gestione in mano alle ditte Camst, Eutourist e Ladisa e un inedito capitolato con prodotti a Km zero, biologici o a lotta integrata, distribuiti da furgoni a gas a cui si erano aggiunti anche i piatti e le posate non più di plastica ma da lavare.
Ma, di contro, i genitori rilevano che è mancata la comunicazione sui controlli effettuati nel corso dell’anno scolastico dalle autorità sanitarie e continua a mancare un vero coordinamento tra le Commissioni mensa (gli “ispettori” dei genitori delegati in ciascuna scuola).
E poi, secondo il Coogen, non sempre il capitolato viene rispettato.
«Il capitolato che prevede i prodotti acquistati da aziende regionali, che garantiscano qualità e controlli di filiera, lo vogliamo tutti – osserva Carola Messina, portavoce del Coogen – Ma il problema è che non sempre questi cibi a Km zero o biologici li vediamo nei piatti che la mensa distribuisce ai nostri figli. Chiediamo che lo spirito di questo capitolato sia davvero applicato e che non si abusi delle deroghe previste quando un prodotto con quelle caratteristiche si ritiene difficile da reperire sul mercato. E poi vorremmo anche sapere se i produttori vengono pagati con la giusta regolarità dalle ditte, perché non vorremmo che interrompessero le forniture per i ritardi dei pagamenti».
Il Coogen chiede anche che siano aumentate le razioni soprattutto per i bambini più piccoli.
«Nei menù, in particolare alle materne, le grammature sono insufficienti. Sono stata ridotte due anni fa con la scusa di combattere l’obesità infantile ma i bambini e gli insegnanti ci dicono che vengono serviti piatti troppo scarsi». Porzioni che non corrisponderebbero al valore della retta che, sia pure di poco, ai nidi e alle materne è aumentata con il nuovo sistema di pagamento al consumo (anche se per le elementari e medie la tariffa è diminuita).
E proprio sul cibo il Coogen sospetta che il Comune voglia fare cassa cercando di tagliare dove riesce. I genitori fanno l’esempio della merendina del pomeriggio ai nidi e alle materne. Il Comune sta cercando di praticare sconti a quelle famiglie che andranno a prendere i bambini un’ora prima dell’uscita delle 16,30 con agevolazioni tariffarie ancora maggiori se i bambini andassero a casa alle 14. Si risparmia sulla distribuzione delle merendine delle 15 ma «il sospetto è che si diminuisca il numero dei bambini che frequentano il pomeriggio per rimodulare il servizio e per risparmiare anche sulla gestione del personale».