Tra Italia e Spagna scoppia la guerra delle pere trattate
Allarme in Italia per la presenza di frutta spagnola ritenuta potenzialmente “tossica” perché trattata con una sostanza pericolosa per la salute utilizzata per allungarne la conservazione anche durante il trasporto.
Dopo anni di polemiche, finalmente, il governo italiano ha messo definitivamente al bando la “etossichina”, un conservante della frutta che poteva essere autorizzato “in deroga” ai regolamenti Ue per la frutta da conservare per lungo tempo. Un prodotto che viene rilevato soprattutto sulle pere spagnole.
I ministeri della salute e dell’ambiente, dopo avere ascoltato l’Istituto superiore di sanità, hanno stoppato la deroga escludendo – si legge in un comunicato del Ministero della salute – “di poter consentire il ricorso all’uso eccezionale della molecola etossichina, già utilizzata per consentire la conservazione per lungo periodo della frutta”. Da segnalare “rilevanti criticità relative al valore degli attuali residui rispetto al rischio per la salute degli utilizzatori e dei consumatori”.
La sostanza è stata ufficialmente vietata in Europa nel 2011, ma è ancora presente nella frutta di provenienza extra-Ue e soprattutto nella frutta di provenienza spagnola.
E così si apre un contenzioso sanitario con la Spagna.
Vista la “prioritaria necessità di garantire il massimo livello di sicurezza”, i due dicasteri hanno ritenuto “inammissibile concedere anche in via temporanea alcuna possibilità di uso in deroga. La decisione di alcuni Stati membri come la Spagna, che escludendo caratteristiche di tossicità ha ammesso l’uso del formulato per il trattamento della frutta, crea un problema di concorrenza sleale per le imprese del made in Italy e soprattutto un pregiudizio per la salute, che diventa necessario rimuovere attraverso l’immediata definizione di un percorso comune tra tutti gli Stati membri”.
Come sempre esulta la Coldiretti, per la mossa che inevitabilmente, favorisce il consumo di frutta nazionale. Ma, quando fu il tempo di vietare l’uso dell’etossichina in Italia (e in Europa), i frutticoltori non la presero troppo bene.
L’etossichina, è un agrofarmaco che è stato revocato in Europa con “decisione” della Commissione del 3 marzo 2011. Non più utilizzabile dagli operatori italiani dal settembre del 2012.
Allora, la protesta fu degli operatori commerciali che usavano la etossichina perché permette un trattamento anche dopo i 3-4 giorni, che è il tempo massimo per i farmaci concorrenti. Con l’etossichina era possibile creare rilevanti scorte di magazzino per trattarle poi tutte insieme anche una decina di giorni dopo. Inoltre, la etossichina blocca la maturazione in modo graduale. Altri prodotti mantengono la frutta verde per 6-7 mesi e poi lasciano maturare la frutta in modo meno zuccherino e “morbido” rispetto alla ecotossichina. Allora si diceva che solo l’etossichina non lasciava la frutta dura e legnosa come gli altri conservanti.
Esistono anche conservanti di origine naturale ma la sperimentazione è ancora in corso.
I conservanti da “frigoconservazione” sono usati per prevenire il cosiddetto “riscaldo superficiale e molle”.
L’utilizzo dei frigoconservanti mantiene la frutta bella da vedere fino alla primavera-estate successiva alla raccolta estivo-autunnale.
La battaglia per la frutta italiana, a questo punto, si sposta in sede comunitaria e sarà una sfida contro la Spagna.
La Spagna è il principale fornitore di frutta in Italia con un valore delle importazioni che è aumentato del 5 per cento nel 2013 per un totale di 478 milioni di chili dei quali ben 22 milioni di chili sono rappresentati da pere sulle quali nel Paese iberico è consentito l’utilizzo della molecola tossica. L’uso di questo formulato è infatti ancora ammesso in Spagna ed è utilizzato soprattutto sulle pere.
L’invito di Coldiretti è di fare attenzione all’etichetta e comprare frutta italiana.