Mense scolastiche, Torino riparte dalla sicurezza
Anche i ragazzi delle medie chiedono di concertare il menù delle mense scolastiche di Torino.
Lo fanno sapere i loro genitori attraverso i rappresentanti delle Commissioni mensa. Il coinvolgimento degli studenti dovrebbe servire ad arginare il fenomeno dell’abbandono delle mense diffusissimo alle medie dove i ragazzi preferiscono farsi dare i soldi dai genitori e andarsi a mangiare kebab e pizze al taglio.
La richiesta è stata avanzata all’assessora comunale all’istruzione Mariagrazia Pellerino, nel corso del Convegno “Io mangio a scuola. Igiene e sicurezza del cibo”, da Alessandra Rosso, responsabile Commissione mensa del Plesso Nigra-Gambaro.
Proprio il progetto “Il menù l’ho fatto io”, con il suo percorso durato l’intero scorso anno scolastico e che ha coinvolto alcune classi delle elementari torinesi, sarà al centro della giornata dedicata alle novità delle mense scolastiche sabato 27 settembre a Cascina Falchera.
Nei due sabati successivi, apriranno le porte i centri cottura, dove i genitori saranno accompagnati a scoprire cosa vuol dire preparare 8 milioni di pasti l’anno.
Tra l’altro, questo è, per Torino, il primo anno scolastico in cui il servizio mensa è iniziato con il primo giorno di scuola. Solitamente, infatti, i ragazzi mangiavano a scuola solo una settimana-dieci giorni dopo.
Ed è stata anche la prima volta che genitori, assessore, la società Camst e gli apparati tecnico-scientifici che ruotano intorno all’organizzazione del servizio refezione scolastica e alla sua sicurezza alimentare si sono ritrovati insieme a discutere dei problemi legati alle mense, ospiti dell’Istituto zooprofilattico Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, ente che esegue le analisi sui campioni alimentari.
Al convegno hanno parlato, per la parte scientifica, Giorgio Gilli, dell’Università degli Studi di Torino e Antonello Paparella dell’Università di Teramo; Lucia Decastelli dell’Istituto Zooprofilattico; Anna Amina Ciampella, presidente dell’Ordine dei tecnologi alimentari Lombardia e Liguria; Vincenzo Gerbi dell’Università degli Studi di Torino; Bruna Santini e Silvia Franco del servizio Dietetica e nutrizione clinica dell’Ospedale Regina Margherita; Sara Pellegrini della Rete allergologica Regione Piemonte; Manila Bianchi dell’Istituto Zooprofilattico; Filippo De Naro Papa dell’Asl To1.
Alla tavola rotonda sulla ristorazione scolastica a Torino, moderata da Tofood, e da Tiziana Civera dell’Università di Torino, hanno invece partecipato: Mariagrazia Pellerino, assessore Istruzione del Comune; Alessandra Rosso Commissioni mensa; Claudio Marsili della Camst; Paolo Vittone del Laboratorio chimico della Camera di commercio di Torino.
Le mense sono certamente migliorate rispetto agli ambienti che generarono i clamorosi casi di tossinfezione degli anni ’90 con centinaia di bambini finiti in ospedale.
Ma restano luoghi da tenere sotto assoluto controllo e dove il rischio intossicazione è sempre dietro l’angolo. E proprio a Torino è ancora in corso un’indagine della Magistratura sulla sicurezza dei centri di cottura e delle consegne dei pasti.
La Camst, la società che gestisce il servizio mense per la maggior parte delle scuole torinesi, ha raccontato cosa vuol dire rispondere a capitolati di gara così complessi facendo leva sull’organizzazione interna (oltre 1200 posti di lavoro solo a Torino) e sulle economie di scala.
L’assessora ha ricordato che anche l’Unione europea ha riconosciuto alla Città di Torino l’efficacia di un capitolato che privilegia i prodotti a Km zero e a lotta integrata che con i numeri di prodotti che muove è in gradi di sostenere parti importanti delle filiera alimentare locale.
Ma Torino è una delle città italiane più sicure con una rete di apparati di controllo che è tra le più efficienti con continui controlli nei centri cottura e nelle scuole e che comprende Laboratorio chimico della Camera di Commercio, Asl, Istituto zooprofilattico, Nas dei carabinieri oltre alle Commissioni mensa e agli ispettori comunali. Una rete che, dalle prossime settimane, avrà anche la supervisione dell’Università per migliorare l’efficienza e la comunicazione tra i diversi apparati.
L’anno scolastico inizia anche con un cambio nella gestione delle tariffe: in Consiglio comunale è arrivata la delibera dell’assessora Pellerino che propone di pagare il servizio solo quando viene effettivamente erogato, cioè quando il bambino è a scuola. Ma, anche se si risparmia così il costo della mensa quando l’alunno è a casa ammalato, il Comune richiederà comunque una specie di “coperto”, cioè il pagamento del costo dell’apparato organizzativo comunale che gestisce il servizio, che si aggira sui 1,5-2 euro al giorno. Saranno anche riviste le fasce di reddito Isee: un sistema che porterà le famiglie con redditi medi a pagare di più rispetto all’anno passato.