La scalata al “Made in Italy”
Gli spagnoli non hanno comprato soltanto Telecom. Piano piano stanno entrando in modo sempre più massiccio nel made in Italy alimentare. Come emerge chiaramente da un’indagine di Coldiretti, siamo di fronte ad una escalation nel 2013 con il passaggio il mese scorso del 25 per cento Riso Scotti nelle mani della multinazionale alimentare iberica Ebro Food; dopo che il Gruppo Agroalimen di Barcellona (Gallina Blanca) era salito al 75 per cento nella proprietà di Star; mentre già nel 2011 la Fiorucci salumi era stata acquisita dalla Campofrio food holding s.l. e nel 2008 la Bertolli era finita al gruppo Sos che nel 2006 aveva già rilevato Carapelli e Sasso.
Dopo aver fatto man bassa dei marchi piu’ prestigiosi dell’olio di oliva italiano (Bertolli, Carapelli e Sasso), le imprese spagnole hanno alzato il tiro mettendo a segno quest’anno la partecipazione a parte del capitale della riso Scotti di Pavia dopo 153 anni di attività con proprietà esclusivamente italiana. Operazione preceduta dall’acquisizione avvenuta per tappe successive della quota maggioritaria del gruppo Star fondata da Regolo Fossati il 19 giugno 1948 a Muggiò e che ha inventato il ragu’ pronto. La Campofrio Food Holding S.L., leader in Europa nel settore delle carni lavorate, con sede a Madrid, ha invece acquisito nel 2011 il 100 per 100 della Fiorucci salumi fondata nel 1850. Anche la società della pasta Del Verde industrie alimentari spa nel 2009 è divenuta di proprietà della spagnola Molinos Delplata Sl che fa parte però del gruppo argentino Molinos Rio de la Plata.
Non meno incisiva è l’avanzata francese in Italia che riguarda soprattutto due settori simbolo del Made in italy come l’alimentare e la moda. All’inizio di luglio c’è stata la cessione dell’80 per cento dell’azienda Loro Piana al gruppo francese LVMH per 2 miliardi di euro dopo che alla fine del mese di giugno la stessa multinazionale del lusso LVMH aveva acquisito una partecipazione di maggioranza nel capitale sociale della pasticceria Confetteria Cova proprietaria della società Cova Montenapoleone Srl, che gestisce la nota pasticceria milanese. La Lvmh di Bernard Arnault aveva già in portafoglio Bulgari ed è proprietario di Fendi, Emilio Pucci e Acqua di Parma mentre la sua rivale francese Ppr di Francois-Henry Pinault controlla Gucci, Bottega Veneta e Sergio Rossi. Il colpo più grosso nell’alimentare i francesi lo hanno messo a segno nel 2011 con la Lactalis che è stata, invece protagonista dell’operazione che ha portato la Parmalat a finire sotto controllo transalpino, dopo aver già acquisito in passato la Galbani, la Locatelli e l’Invernizzi, mentre il 49 per cento di Eridania Italia Spa operante nello zucchero è stato ceduto alla francese Cristalalco Sas nel 2011.
Nel 2010 il 27 per cento del gruppo lattiero caseario Ferrari Giovanni Industria Casearia S.p.A fondata nel 1823 che vende tra l’altro Parmigiano Reggiano e Grana Padano è stato acquisito dalla francese Bongrain Europe Sas e la Boschetti Alimentare Spa, che produce confetture dal 1981, è diventata di proprietà della francese Financière Lubersac che ne detiene il 95 per cento, mentre la Orzo Bimbo è stata acquisita nel 2008 dalla francese Nutrition&Santè S.A. del gruppo Novartis e le Fattorie Scaldasole sono finite dopo un passaggio alla Heinz alla francese Andros nel 2006.
In generale negli ultimi anni sono passati in mani straniere marchi storici dell’agroalimentare italiano dall’Orzo bimbo acquisita da Nutrition&Santè S.A. del gruppo svizzero Novartis nel 2008 agli spumanti Gancia acquisiti al 70 per cento dall’oligarca russo Rustam Tariko ( 2011), fino al leader italiano dei pomodori pelati Pelati ARr – Antonino Russo con la nascita di una nuova società denominata “Princes Industrie Alimentari SrL” controllata al 51 per cento dalla Princes della giapponese Mitsubishi (2012).
Nel 2013 per la prima volta la produzione di vino Chianti nel cuore della Docg del Gallo Nero è divenuta di proprietà di un imprenditore cinese.