Piemonte, riparte la legge sullo zooprifilattico
Marcia spedita la nuova legge regionale sull’Istituto zooprofilattico, l’ente, un po’ regionale e un po’ statale, che da cento anni si occupa della sanità degli allevamenti e degli alimenti di origine animale.
Se nella scorsa legislatura la legge era stata accantonata per il profondo disaccordo all’interno del centrodestra e l’opposizione del Pd, questa sembra la volta buona. E il prossimo 3 settembre il disegno di legge potrebbe essere licenziato dalla commissione del Consiglio.
L’assessore regionale alla sanità, Antonio Saitta, ha, infatti, riportato in Commissione la proposta che era già diventata legge in Liguria e in Valle d’Aosta; anche perché, se il Piemonte dovesse continuare a tardare nella sua approvazione potrebbe scattare il commissariamento statale.
Non bisogna dimenticare, infatti, che, l’Istituto zooprofilattico, che ha la sede direzionale nel fabbricato liberty di via Bologna a Torino, è uno dei pochi zooprilattici “interregionali”: cioè, serve non solo il Piemonte ma anche Liguria e Valle d’Aosta. La legge che norma la sua attività deve, quindi, essere approvata da tutti e tre i consigli regionali.
Dal 2012 l’attività dell’Istituto, che tra le altre cose è il centro nazionale per la malattia di “mucca pazza”, procede in modo precario in attesa di una legge e della nomina di un direttore generale. Nel frattempo si sono moltiplicate le attività di ricerca e controllo.
Il “nuovo” zooprofilattico potrà servire anche ai privati e avrà un più ampio margine di manovra per sviluppare le attività nel campo, attualissimo, della sicurezza alimentare.
Ma il vero nodo politico ruota intorno al mantenimento del Consiglio di amministrazione.
Nella scorsa legislatura, il consigliere Pd Nino Boeti, aveva chiesto senza mezzi termini che il Cda venisse abolito. Boeti ha ora annunciato la presentazione di una proposta di legge nazionale di iniziativa regionale per cambiare la norma quadro sugli zooprofilattici abolendo i Cda. “Il Consiglio di amministrazione, per un ente regionale come lo Zooprofilattico è del tutto inutile”, pensa il consigliere Pd, oggi vicepresidente del Consiglio regionale. “L’Istituto deve rispondere alle direttive regionali e all’assessore, non ha senso creare altre poltrone da spartire”. Il Consiglio regionale dovrà quindi approvare una Pdl che sarà poi inviato alle Camere, a Roma, seguendo un iter certamente lungo.
Nel frattempo, la nuova legge regionale potrebbe essere approvata dall’aula già entro settembre.
“Licenzieremo questo provvedimento il 3 settembre, nella prima riunione dopo la pausa estiva – promette Domenico Ravetti, Pd, presidente della Commissione – Nella maggioranza è emersa l’esigenza di approvarlo così come è stato proposto da Saitta”.
“La cosa più saggia è approvare questa legge in più rapidamente possibile – commenta Alfredo Monaco, consigliere di Scelta civica – Poi, dovremo lavorare per concentrare nello zooprofilattico anche le attuali funzioni dell’Arpa in materia di controlli sui prodotti finiti. In questo modo la Regione potrebbe risparmiare fino a 10 milioni”.
Nel centrodestra le perplessità riguardano la composizione del Cda, tema caro soprattutto alla Lega.
La legge prevede che il Consiglio di amministrazione sia composto da 4 membri, uno nominato dal Ministero della salute e uno ciascuno da Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. Il Piemonte nomina il direttore generale, che è la vera carica di peso nell’Istituto. Mentre il presidente dovrebbe andare a rotazione a ciascuna delle regioni.
È questo l’aspetto contestato dal centrodestra, che chiede una presidenza esclusivamente piemontese.