Alimentare, ancora bloccati i consumi interni
Se va bene l’export, le vendite alimentari nel mercato interno continuano a stagnare.
Nel primo quadrimestre del 2014 le vendite dei prodotti alimentari registrano una flessione dello 0,5 per cento, cedendo nei piccoli negozi (-2,3 per cento) ma anche in supermercati (-0,7 per cento) e ipermercati (-1 per cento).
Per questo il “boom” di aprile (+6,7 per cento) non basta a invertire il trend complessivo, che resta negativo, tanto più che l’incremento record è “gonfiato” dall’effetto Pasqua con una spesa per la tavola stimata in poco più di un miliardo di euro.
Intanto, quel che diventa sempre più evidente è che, a causa della persistenza della crisi, le famiglie hanno fatto proprio uno stile d’acquisto improntato al “low-cost”, come dimostra l’aumento della spesa nei discount (+8,5 per cento ad aprile e +3,1 per cento nei primi quattro mesi dell’anno), a dispetto di tutte le altre forme distributive.
D’altra parte, ormai per oltre la metà degli italiani (il 58 per cento) il prezzo diventa il fattore primario nella scelta dell’esercizio commerciale, mettendo da parte elementi come la vastità della scelta o la qualità, mentre solo il 23 per cento delle persone considera la marca decisiva per l’acquisto di un prodotto alimentare.