Paura che i prodotti low cost aumentino l’obesità italiana
Tra chi ha frequentato solo la scuola elementare la percentuale di obesi e tripla (16,8 per cento) rispetto a quelli che hanno conseguito la laurea (5,5 per cento), a conferma dell’importanza dell’educazione nel combattere stili di vita errati che compromettono anche la salute. È quanto emerge da uno studio della Coldiretti sulla base dei dati Istat in occasione della Giornata mondiale contro l’obesita’ che si è celebrata in Italia con il 35,6 per cento della popolazione in sovrappeso e il 10,4 per cento addirittura obesa nel 2012. L’istruzione è il miglior modo per combattere l’obesità che interessa l’11 per cento di coloro che hanno fatto solo le scuole medie e il 7,1 per cento di chi ha frequentato le superiori.
A preoccupare è l’impatto della crisi sulla spesa con il rischio di portare in dispensa prodotti low cost offerti spesso a prezzi troppo bassi per essere sinceri, che rischiano di avere un impatto sulla salute. Dietro questi prodotti spesso si nascondono infatti ricette modificate, l’uso di ingredienti di minore qualità o metodi di produzione alternativi che è importante conoscere per non cadere nell’inganno.
Allarmi sugli effetti della crisi sulla salute dei cittadini vengono anche dal mondo scientifico come l’Osservatorio europeo delle politiche e dei sistemi sanitari che ha dimostrato il forte impatto della crisi economica sui servizi sanitari dei Paesi europei per colpa anche della cattiva alimentazione poiché con le tasche vuote i cittadini sono più portati al consumo di cibi meno sani. Un problema che riguarda anche le giovani generazioni con la Società italiana di pediatria preventiva e sociale (Sipps) che ha lanciato recentemente l’allarme sul fatto che con la crisi gli italiani per i propri bambini si rivolgono più facilmente a cibi di scarsa qualità, gustosi, poco costo con snack e merendine e bevande zuccherate che prendono il posto di alimenti più salutari, come cereali, pesce, frutta fresca e verdura. In Italia l’obesità riduce l’aspettativa di vita di 17 anni ed è la seconda causa di morte dopo il fumo.