Ogm, il governo tentenna e fa infuriare il fronte del no
Associazioni dei consumatori e mondo agricolo sono in subbuglio per le parole del Ministro delle politiche agricole Maurizio Martina che ha escluso la possibilità di far ricorso ad un decreto di tar del Lazio dse decidere nell’udienza fissata il 9 di aprile la revoca del precedente provvedimento già firmato dalla sua ex-collega Nunzia De Girolamo e dai ministri dell’ambiente e della salute.
Si tratta di una lunga querelle che si trascina dalla scorsa estste quando un imprenditore agricolo friulano,
nel pieno di una campagna di “revisionismo” verso
gli Ogm, ha lanciato la sua provocazione seminando mais transgenico della Monsanto e facendo da apripista a un ripensamento che sta facendo breccia nella politica anche grazie al tergiversare della Regione Friuli e del governo Renzi.
In vista dell’udienza del Tar del Lazio e in concomitanza con la decisione europea sugli Ogm, si mobilita il fronte del No fomposta, tra gli altri da
Acli • Adoc • Adiconsum • Adusbef • Aiab • Amica • Associazione per l’Agricoltura Biodinamica • Assoconsum • As. Se. Me. • Campagna Amica • Cia • Città del Vino • Cna Alimentare • Codacons • Coldiretti • Crocevia • Fai • Federconsumatori • Federparchi • Firab • Focsiv • Fondazione Univerde • Greenaccord • Greenpeace • Isde • Lega Pesca • Legacoop Agroalimentare • Legambiente • Lipu • Movimento consumatori • Movimento difesa del cittadino • Slow Food Italia • Symbola • Uecoop • Una.api • Upbio • Vas • Wwf.
Coldiretti e Cia sottolineano cheè anche in corso la stagione della semina del mais.
“L’unica soluzione non solo conforme all’ordinamento europeo ma soprattutto utile rispetto all’urgenza dei tempi di approvazione che cadono nel periodo in cui sono prossime le semine. Altre soluzioni rappresentano una via di fuga dalla responsabilità politica di intervenire al pari di altri stati se è vero che in Francia sono stati adottati ben due decreti”.
“Non vorremmo – conclude la Task Force – che la strategia pensata dal Ministro aprisse le porte alle multinazionali del biotec”.