Europa, meno burocrazia per il bio
Per un agricoltore produrre biologico significa spesso sottoporsi a un vero e proprio calvario burocratico e a costi esorbitanti e ingiustificati. Ottenere il tanto agognato “bollino” Bio che permetterà anche di vendere i prodotti a prezzi maggiori, significa spesso ingrassare organismi di certificazione privati e passare le giornate al computer o a fare la coda a sportelli degli enti pubblici.
Un “balzello” in più che nulla toglie alla reale qualità dei prodotti.
Se ne deve essere accorta anche l’elefantiaca burocrazia di Bruxelles che ha deciso di proporre l’abolizione di ben 37 adempimenti sui 135 attuali imposti agli operatori.
Va in questa direzione, infatti, il nuovo regolamento comunitario indicato dalla Commissione di Bruxelles. Ora la parola passa al Parlamento europeo e al Consiglio.
“Il fine prioritario – come sottolinea Anabio-Cia- è quello di migliorare l’attuale normativa e di favorire lo sviluppo sostenibile delle produzioni biologiche dell’Unione. Ma attraverso la proposta si vogliono anche garantire condizioni di concorrenza eque per gli agricoltori e gli operatori, consentire al mercato interno di essere più efficiente e di mantenere e migliorare la fiducia del consumatore verso i prodotti biologici, che è ritenuta di fondamentale importanza per il futuro del settore”.
Nella proposta viene rafforzato anche il concetto dell’approccio basato sul rischio in materia di controlli. Approccio che dovrebbe contribuire a dare fiato agli operatori onesti liberandoli, in funzione della loro accertata affidabilità, di una parte di questo onere.
Inoltre, viene finalmente introdotta la certificazione di gruppo, rivolta ai piccoli produttori. Il che – pone l’accento Anabio-Cia – significa minori oneri e semplificazione di adempimenti. Questa novità potrebbe favorire l’associazionismo in special modo fra i produttori più deboli e lo stesso reingresso nel sistema di tantissimi piccoli operatori che, oberati dalle carte, sono usciti a centinaia dal sistema dalla certificazione.
La proposta rafforza la distintività del metodo biologico, in quanto esplicita ancora meglio la sua forte sostenibilità impegnando il settore ad assicurare l’utilizzo responsabile di energia e risorse naturali, come l’acqua, il suolo e l’aria.
Tuttavia, nella proposta Ue – conclude Anabio-Cia si limita fortemente la possibilità di abbreviare il periodo di conversione e questo può rappresentare un limite in quanto mettere a coltura terreni precedentemente abbandonati dovrebbe essere favorito.
Infine, con il nuovo regolamento sarà consentito l’utilizzo di loghi nazionali a fianco di quello europeo.