A Torino il menù della mensa si fa in classe
Quando si raccoglie il cavolo cappuccio? Quando si mangiano gli asparagi? Quando si trovano i fagioli freschi? E soprattutto che cosa vorrei mangiare tra i prodotti di stagione?
I bambini della terza B dell’elementare Castello di Mirafiori di Torino stanno partecipando a un gioco molto semplice: con delle carte in mano, dove sono rappresentati ortaggi e frutti delle nostre campagne, devono fare domande alla squadra avversaria e vincere l’ambito premio figurato del primo in “stagionalità di frutta e verdura”. Il gioco serve a fare pratica con le stagioni della verdura e della frutta che trovano al mercato quando vanno a fare la spesa con i genitori o nel piatto cucinato dalla mensa. E fa parte di una lezione speciale, tenuta da Elena Di Bella, dirigente della Provincia di Torino, madrina del Paniere dei prodotti tipici del Torinese, che per promuovere la conoscenza dei prodotti agricoli locali ha lasciato la scrivania ed è venuta a spiegarli ai bambini.
L’iniziativa fa parte di un progetto finanziato con fondi europei e culminerà nel progetto “Il menù l’ho fatto io”, messo in campo dal Comune di Torino insieme alla Provincia, con due obiettivi: il primo è fare conoscere meglio i prodotti agricoli, la loro origine e le loro lavorazioni per fare capire meglio le scelte Km zero operate nel servizio mensa del Comune; il secondo obiettivo, molto più ambizioso, è arrivare a definire un vero e proprio menù compilato dai bambini, che potrebbe, dal prossimo anno, essere adottato dalla mensa.
Le scuole torinesi coinvolte sono 7 con 10 classi. Alla Castello di Mirafiori aderiscono tre classi.
Hanno imparato che in una merendina bisogna guardare bene l’etichetta per scoprire se ci sono grassi nocivi; sanno che bisogna scegliere una marmellata con pochi zuccheri aggiunti; che dobbiamo mangiare un po’ di tutto senza privilegiare soltanto pochi alimenti.
Il percorso didattico è iniziato a settembre, quando i bambini sono andati in un agriturismo del Pinerolese, “Il frutto permesso”, per raccogliere mele e applicare il bollino di provenienza. Le mele di Frutto permesso, sono state poi recapitate alla classe.
Poi, sono stati a Cascina Falchera, il centro didattico del Comune dove si respira aria di fattoria e si insegna ai bambini a familiarizzare con ortaggi e animali da allevamento.
In seguito sono stati (in questo caso) al supermercato Pam di corso Traiano a fare una spesa intelligente accompagnati da personale Pam.
E, dopo l’incontro sulla geografia dei prodotti con Elena Di Bella, andranno al mercato Coldiretti di piazza Guala, a girare tra i banchi a parlare con i venditori e a fare la spesa.
Poi avranno l’incontro con il personale del Laboratorio chimico della Camera di Commercio, che sta facendo opera di divulgazione sulla sicurezza alimentare e sulla lettura delle etichette dei prodotti.
Infine, andranno al centro cottura della Euturist, a Orbassano, una delle cucine da cui provengono i pasti che consumano tutti i giorni, i pasti della mensa.
Insomma, per le scuole di Torino, il primo vero programma complesso di educazione alimentare.
“Le scuole primarie sono un tassello fondamentale per fare crescere l’informazione sulla qualità del cibo spiega Elena Di Bella – I bambini possono avere un ruolo nelle scelta dei cibi che vogliono mangiare: se questa scelta è esercitata dopo un percorso di conoscenza, si possono responsabilizzare fino, appunto, a farli ragionare sul menù che vogliono trovare alla mensa scolastica”.
L’obiettivo è quindi aumentare la consapevolezza dei bambini su cosa stanno mangiando ma anche fare in modo che mangino in mensa tutto il menù che viene proposto, frutto di interminabili passaggi tra dietisti, scelte politiche del Comune a favore dei prodotti del territorio, consultazione con gli chef della Camst e di Euturist.
Perché il vero tormentone della mensa è che i bambini, se trovano un cibo che non è di loro gradimento, non mangiano, e a casa scatta la rabbia delle famiglie.
“In questa classe i bambini mangiano abbastanza – racconta l’insegnante, Livia Conte – C’è da dire che insistiamo perché mangino almeno una portata e gli alunni rispettano questa regola. Certo, c’è il solito problema della verdura, che incontra sempre delle difficoltà. Invece, la frutta la mangiano anche perché siamo molto attenti alla qualità dei frutti che ci vengono distribuiti”. Quindi stop alla frutta troppo verde o troppo bacata. Ma al top ci sono sempre pasta e carne. “La pasta la mangiano sempre. Così come la carne soprattutto se si tratta della cotoletta. C’era anche il pesce, accompagnato da una majonese controllata che era molto gradito”.
Ma torniamo alle domande sulle stagioni della verdura. Gli alunni dimostrano di ricordare abbastanza bene le nozioni delle esperienze vissute. Certo, cadono sulla stagione del tapinambur, ma non si può nemmeno pretendere troppo.
“Spiego il territorio della provincia, con le città, le pianure, le colline, le valli e i fiumi – continua la Di Bella – si tratta di mettere in fila le nozioni che hanno appreso in geografia per arrivare a cosa il territorio produce”.
E i bambini dimostrano entusiasmo. “Il progetto è stato bene articolato – apprezza la maestra – perché i bambini sono partiti subito con l’esperienza diretta in cascina e nel supermercato. Così hanno vissuto subito quello che gli volevamo spiegare e in classe è stato tutto molto più facile”.
Un progetto analogo coinvolge anche 5 comuni della provincia: Pinerolo, Rivoli, Pianezza, Grugliasco, Collegno.
A Torino, si arriverà a un vero e proprio capitolato tipo, che potrebbe essere adottato a partire dal 2016 con la prossima gara d’appalto per il servizio mensa.
“Il menù l’ho fatto io” è così un progetto promosso dall’Assessorato alle Politiche Educative della Città di Torino per coniugare il consumo consapevole e la sostenibilità ambientale.
I ragazzi dovrebbero arrivare a formulare il loro menù-mensa preferito alla fine di quest’anno. E con l’anno scolastico 2014-15 si dovrebbe vedere scritto: “Menù a cura degli alunni della III B”.
Una responsabilità non da poco. Se sbagliano rischiano le critiche dei compagni di scuola. E magari pure quelle degli altri genitori.
Così, magari, sperimenteranno anche quanto è difficile mettere tutti d’accordo quando si parla di gusto e di gusti, e di mensa.
Bella ziaaaaaa!!!!!
Giulia Stagnati <3