Il Caritôn entra nel Paniere della Provincia
Uno dei due nuovi prodotti che entrano nel Paniere della Provincia il “Caritôn” (pronunciato “Caritùn”) è frutto di una lavorazione: è un pane dolce prodotto nei Comuni di Castagnole Piemonte, Carignano, Pancalieri,Piobesi Torinese, Vinovo, Virle e Osasio.
Assomiglia a molti altri dolci tipici del Piemonte, ad iniziare dalla Focaccia di Susa, segno che in passato doveva esserci una tipologia abbastanza simile, sovrazonale. La produzione del “Caritôn” è il frutto dell’ingegno degli affiliati alla confraternite laiche, che, fin dal 1700, producevano i cosiddetti “Pani della carità”, utilizzando l’uva fragola in autunno e nella prima parte dell’inverno. I “Pani della carità” venivano benedetti ed elargiti ai poveri dalla Chiesa e dalle Confraternite in occasioni particolari: in genere durante le festività maggiori o le feste patronali. Il termine che designa il dolce è diffuso in una vasta area, che va dal Po alle Langhe, dal Roero all’Astigiano. Tuttavia il termine “Caritôn” si riferisce a dolci di vario genere che, pur avendo un’origine comune, si differenziano per la forma e gli ingredienti. Inizialmente confezionato con pasta di pane, a volte addizionato di burro, il “Caritôn” è diventato col tempo un vero e proprio dolce, con l’utilizzo di un impasto di farina dolcificata. Si presenta oggi come una focaccia piatta. Per confezionarlo, su un piatto di pasta lievitata si pone un coperchio anch’esso di pasta, saldato alla base col risvolto dei bordi. Sul fondo si pongono a spirale o a cerchi concentrici gli acini di uva fragola. Durante la cottura in forno, gli acini rilasciano il succo, il quale, in parte, va a legarsi all’impasto. Il “coperchio” del “Caritôn” è arricchito da una glassatura o spolveratura esterna di zucchero in granelli. In questo il “Caritôn” si differenzia nettamente da un dolce simile, prodotto nella Toscana, nel quale però l’uva è mescolata all’impasto. L’utilizzo dell’uva fragola o talvolta delle Mele cotogne, ha probabilmente sostituito in tempi recenti l’uso antico di acini di uve adattate alla pianura, la cui coltura è ampiamente documentata in Piemonte nei secoli scorsi. La forma più antica di “Caritôn” è ancora oggi confezionata a Castagnole Piemonte e nella borgata Tetti Cavalloni di Piobesi Torinese, dove alla pasta del pane, posta a lievitare, vengono aggiunti gli acini e lo zucchero. Gli ingredienti per l’impasto sono: pasta del pane (preparata con farina 00, acqua, sale fino e lievito di birra, eventuale strutto), burro, zucchero, uva fragola (Vitis lambrusca o Vitis vinifera) fresca o appassita naturalmente per poche ore, olio d’oliva, scorza di limone, eventuali uova fresche. E’ ammesso l’uso dei conservanti acido citrico, acido ascorbico e potassio sorbato, in caso di commercializzazione al di fuori della zona di produzione. Il “Caritôn” viene venduto a peso nel tradizionale sacchetto del pane o avvolto in cellophane da confezione. L’etichetta con il logo del prodotto viene stampata sui sacchetti o apposta come adesivo sui sacchetti stessi o sul cellophane.