Il Chierese, un territorio pronto per l’agricoltura che verrà
Un territorio con un’agricoltura giovane di 30-40enni, oltre 270 aziende agricole e una ventina di prodotti tipici tra cui una quindicina solo di ortaggi e frutti. E’ la fotografia che emerge dalle analisi dell’Istituto di ricerche economiche e sociali del Piemonte e del Dipartimento di agraria e dall’Atlante del cibo metropolitano dell’Università di Torino presentate a Chieri nel convegno “Terra che fa cultura” sabato 11 novembre 2017. Il convegno è stato promosso dal Comune di Chieri su iniziativa dell’assessora Marina Zopegni.
Il Chierese, situato tra Torino e il Monferrato è la vera cintura agricola dell’area metropolitana. Un tempo famoso per l’industria, tessile soprattutto, ma anche meccanica, oggi, un po’ come tutti i territori, deve reiventarsi un futuro. E si scopre in un condizione inviabile di attrattività (non a caso si trasferiscono qui molte famiglie dalla città e, qui, fanno figli). Qui l’agricoltura è meno intensiva del resto dell’area del Patto di identità territoriale, sodalizio nato dalle amministrazioni che raggruppa i comuni dell’area sud e sud est del Torinese. Nel Chierese c’è già il nucleo forte di turismo religioso di Colle Don Bosco e di turismo di prossimità delle colline del “Monferrato torinese” e del primo Astigiano. Si può ripartire da qui e seguire l’esempio del Freisa, il vino, un tempo bistrattato e oggi venduto in Italia e negli Usa, grazie alla comunicazione. Ma è proprio la comunicazione il problema principale di aziende agricole sempre più multifunzionali che si occupano anche di didattica e manutenzione del territorio e di imprenditori agricoli che si sentono sempre più protagonisti dello sviluppo sociale (questo emerge dalle interviste). Il numero di aziende agricole che si fa conoscere sul web, anche solo sui social, è insignificante. Su una mano si contano le aziende che fanno commercio via internet.
Eppure proprio l’orticoltura e la frutticoltura, secondo molti indicatori, si riprenderanno presto il posto che gli spetta nella produzione di cibo. Con queste caratteristiche il Chierese ha tutte le carte in regola per diventare una delle zone di maggiore qualità ortofrutticola del Nord Italia e di rispondere alla richiesta dei consumatori e dell’artigianato alimentare che chiederanno più frutta e verdura di qualità con più sostanze nutritive e migliori caratteristiche organolettiche. Crescerà il consumo di vegetali e di vegetali buoni, che qui ci sono sempre stati.
Dalle indicazioni emerse dagli studi si passerà presto alla fase dei progetti comuni a tutto il territorio del Patto.