10% di campi contaminati, Serracchiani disastro Ogm
Il mais Ogm coltivato in Friuli con l’assenso della Regione ha contaminato il 10 per cento delle coltivazioni confinanti. Lo ha riferito il capo del Corpo forestale dello Stato, Cesare Patrone, in Commissione agricoltura alla Camera. Le organizzazioni agricole parlano ora di vero e proprio disastro ambientale e attaccano la Regione Friuli Venezia Giulia, governata dall’astro del Pd Debora Serracchiani che non si è adeguata ai divieti del Ministero.
“Stiamo andando incontro ad un vero disastro ambientale per la mancata assunzione di responsabilità nei confronti di una provocazione che, secondo il Corpo forestale dello Stato ha causato la contaminazione del 10% dei campi limitrofi a quelli coltivati Ogm in Friuli – ribadisce la Coldiretti – La situazione è gravissima con reale pregiudizio del valore e dell’identità del patrimonio agroalimentare non solo regionale. In ragione di ciò è necessario che l’amministrazione regionale del Friuli condivida al più presto un percorso comune e coordinato con i Ministeri della Salute, dell’Ambiente e dell’Agricoltura che hanno adottato il decreto anti contaminazione da Ogm, con gli enti di ricerca che ne hanno motivato la valutazione di rischio e con il Corpo forestale dello Stato che ha accertato l’avvenuta contaminazione in campo”.
Quasi otto italiani su dieci (76 per cento ), con un aumento del 14 per cento rispetto allo scorso anno, sono contrari all’utilizzo di Ogm) in agricoltura per difendere il territorio.
La falla nel muro anti Ogm che si è aperta in Friuli, trova un’alleanza in Europa, in quei luoghi decisionali dove le lobby pro biotech si fanno sempre più agguerrite.
La Commissione europea ha infatti proposto al Consiglio l’autorizzazione del mais biotech 1507 una scelta che sta suscitando reazioni in tutto il mondo agricolo del Vecchio continente. Non dimentichiamo, infatti, che l’introduzione degli Ogm è vista soprattutto come una minaccia che renderebbe l’agricoltura europea dipendete dalle multinazionali delle sementi, più di quanto non sia ora.
“L’Italia deve far sentire la sua voce per impedire la coltivazione di Ogm sull’intero territorio nazionale – chiede pertanto la Cia – seguendo anche l’indicazione delle Regioni che hanno espresso la loro completa contrarietà agli organismi geneticamente modificati. Il governo deve al più presto procedere all’attivazione della clausola della salvaguardia”.
“Bruxelles in questo modo chiede l’apertura dell’Ue agli Ogm. Noi rispondiamo con un deciso ‘no’. Siamo fermamente convinti – aggiunge l’organizzazione agricola – che non servono alla nostra agricoltura diversificata e saldamente legata alla storia, alla cultura, alle tradizioni delle variegate realtà rurali. La nostra contrarietà non è ideologica. Siamo convinti che in Italia e in Europa è possibile produrre colture libere da biotech, con benefici per l’ambiente e la salute, nonché per migliorare il reddito degli agricoltori e degli allevatori”.